mercoledì 25 febbraio 2015

Proposta di legge d’iniziativa popolare del Dipartimento della Difesa civile, non armata e non violenta

In questo periodo in cui ricorre spesso la parola intervento armato per rispondere alla paura di un attacco da parte di chi minaccia dalla Libia, si assiste a uno strano fenomeno in cui alcuni militari italiani dicono che non bisogna intromettersi nelle controversie arabe, mentre invece altri, (giornalisti, politici, opinionisti nostrani) sostengono, con fervore, il coinvolgimento italiano.
Oggi, addirittura, a Tutta la città ne parla, è stato detto che da un sondaggio fatto da Panorama (del 21 febbraio 2015) la maggioranza del popolo italiano è favorevole a un intervento armato.

Proprio ora dunque, La Bottega che non c’è, un’associazione di promozione sociale, invita tutte\i a recarsi presso il proprio Comune, negli orari d’ufficio, per sottoscrivere la Proposta di legge d’iniziativa popolare del Dipartimento della Difesa civile, non armata e non violenta, presentata da diverse associazioni italiane tra cui Acli, Arci, Assopace Palestina, Ctm Altro mercato, Sbilanciamoci, Emergency, Donne in nero, Fiom Cgil, Libera, Legambiente e tantissime altre.

Sembra un controsenso in questo periodo, un fuori tempo, invece non lo è. Noi crediamo che proprio ora sia più urgente sviluppare un ragionamento culturale, politico e giuridico per la pace, che realizzi una difesa civile, non armata e non violenta.

Un’altra difesa è possibile!

Questo proposito, nato nell’immediato ultimo dopo guerra, quando i giovani italiani rifiutavano il servizio militare offrendosi per lo sminamento e altre attività, iniziò il suo percorso legislativo con l’istituzione del Servizio Civile Nazionale nel 2001, in ottemperanza all’articolo 52 della nostra Costituzione, che non parla di difesa armata o militare ma semplicemente di difesa.
L’iter, in accordo con l’articolo 11, sancito dalla nostra Costituzione, l’Italia ripudia la guerra, è stato interrotto sul piano legislativo mentre la spesa militare a difesa della patria, è cresciuta tanto da portare l’Italia tra i primi 10 paesi del mondo.

Se sarà approvata la legge sarà creato un Dipartimento che darà una struttura adeguata alla Difesa civile, non armata e non violenta. che avrà il compito di intervenire nelle zone di conflitto con interventi umanitari a supporto delle popolazioni civili e con iniziative di mediazioni che favoriscano il dialogo tra le diverse parti.

Il Dipartimento comprenderebbe i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerca sulla Pace e il Disarmo e del Servizio Civile Nazionale e collaborerebbe con il Dipartimento della Protezione Civile, il Dipartimento dei Vigili del fuoco e del Servizio civile della Gioventù.

Il finanziamento avverrebbe tramite la riduzione delle spese militari a cui si aggiungerebbero le quote dei contribuenti che vorranno destinare il 6 per mille dell’imposta sulle persone fisiche.

È arrivato il tempo di agire concretamente. In questi anni le marce della pace e la mobilitazione della cittadinanza del popolo pacifista in occasione di guerre (riguardiamo la guerra all’Irak) non hanno influito sulla eliminazione o sulla risoluzione politica dei conflitti. Ognuno /a di noi con la propria firma contribuirà alla crescita della cultura della pace e alla costruzione di una difesa civile, non armata e non violenta senza aggiungere altre spese alla già collassata economia italiana ma indirizzando meglio le risorse che abbiamo.

Dobbiamo raccogliere 50.000 mila firme autenticate entro il 1 maggio 2015, affinché il Parlamento possa legiferare per avere una difesa divisa in due settori con ruoli diversi: la difesa armata e la difesa non violenta.

Chi vuole lo può già fare presso la Segreteria dell'ufficio comunale di Pessano con Bornago, presentandosi con la carta d'identità. 


La Bottega che non c’è

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